Perché mi innamoro sempre di chi non è emotivamente disponibile?
Relazioni

Perché mi innamoro sempre di chi non è emotivamente disponibile?

CMT Italian Group
15 dicembre 2025
8 min

Scopri cos'è la dipendenza affettiva, come nasce dalle esperienze infantili e come la psicoterapia CMT può aiutarti a costruire relazioni più sane e appaganti.

Cos'è la dipendenza affettiva

Alcune persone, nonostante si rendano conto che la propria relazione sentimentale non sia appagante, fanno estrema fatica a separarsi dal partner e, anzi, sviluppano un attaccamento e bisogno intenso dell'altro, una vera e propria dipendenza, pur percependolo come rifiutante e non disponibile.

La dipendenza affettiva rappresenta una forma di legame patologico caratterizzato da un forte bisogno dell'altro, anche a discapito del proprio benessere psicologico ed emotivo, in cui il partner diventa il centro esclusivo della vita della persona che finisce per annullare la sua identità e autonomia. Il timore di perdere la persona amata è talmente elevato da generare malessere fisico e psichico, per cui chi ne soffre, pur di non essere abbandonato, tende a sacrificare i propri bisogni, si sente in difficoltà a porre confini, può esser disposto ad accettare svalutazioni o maltrattamenti, alimentando un ciclo di sofferenza.

Come nasce la dipendenza affettiva

In ottica CMT alla base della dipendenza affettiva ci sono delle credenze patogene che associano un obiettivo sano, come quello di avere una relazione sentimentale appagante, a un pericolo. Nella dipendenza affettiva è frequente ritrovare una credenza patogena da Odio di sé come ad esempio "non sono meritevole di amore e cura". Immaginate una persona cresciuta in un ambiente familiare trascurante, in cui frequentemente veniva svalutata o colpevolizzata e i suoi bisogni di vicinanza e affetto venivano puntualmente frustrati. È possibile che questa persona abbia sviluppato la convinzione, più o meno inconscia, di non essere abbastanza per meritare amore e attenzione, di essere sbagliata, invisibile, poco importante e, compiacendo a questa idea su sé stessa, tenderà a scegliere partner emotivamente assenti, come lo erano i genitori, convinta che non esista e non possa meritare un amore diverso da quello ricevuto durante l'infanzia dalle figure primarie.

L'Odio di sé non è l'unico senso di colpa alla base della dipendenza affettiva: potremmo trovare un senso di colpa del Sopravvissuto e sentire, ad esempio, che se avessimo una relazione sentimentale più felice di quella che hanno avuto i nostri genitori, questi si sentirebbero sviliti; oppure un senso di colpa da Separazione/Slealtà, per cui potremmo aver appreso che allontanarsi dalle persone care è fonte di pericolo e sofferenza per loro e per noi stessi, quindi, nelle relazioni sentimentali avere degli spazi propri o avere dei conflitti, non verrebbero letti come aspetti normali di qualsiasi rapporto, ma come segnali di allarme che generano ansia e angoscia.

Il caso di Ludovica

A volte più sensi di colpa, per esempio quello da Odio di Sè e Sopravvissuto, possono concorrere a sostenere la dipendenza affettiva come nel caso di Ludovica.

Ludovica è una ragazza di 32 anni da tempo incastrata in una relazione con un uomo sposato che, nonostante le promesse, non ha mai chiuso il rapporto con la moglie per ufficializzare quello con Ludovica, che si sente per la maggior parte del tempo sola e infelice: lui nei weekend non c'è mai, compleanni o vacanze sono impossibili da passare insieme, il tempo è sempre poco così come le telefonate o i messaggi. Ciò che più fa soffrire Ludovica è l'idea che se lei fosse abbastanza lui lascerebbe la moglie. Ludovica è cresciuta con una madre assente perchè troppo presa da una relazione extraconiugale che assorbiva tutta le sua attenzione: ogni volta che Ludovica le chiedeva di passare del tempo insieme si sentiva ignorata perchè la madre usava quel tempo per stare costantemente al telefono con l'amante; il padre di Ludovica, invece, è un uomo piuttosto depresso, consapevole dei tradimenti della moglie ma incapace di lasciarla, costretto a sopportare qualsiasi cosa lei facesse pur di non perderla. Da queste esperienze Ludovica si è convinta che se fosse stata una figlia abbastanza interessante la madre sarebbe stata più presente per lei e le avrebbe dato l'amore che meritava, e la scelta di un uomo non disponibile ricalca la relazione materna; inoltre Ludovica sente di non poter essere diversa dal padre, da lui ha appreso che se ami qualcuno sopporti e tolleri qualsiasi cosa faccia, per cui non riesce a chiudere la relazione con l'uomo sposato esattamente come il padre non l'ha mai chiusa con la madre. Lavorando su questi due aspetti Ludovica è riuscita a sviluppare una maggiore autostima e, infine, a chiudere la relazione con l'uomo sposato.

Come possiamo aiutarti

La situazione di Ludovica è solo un esempio di come le esperienze vissute nell'infanzia con le nostre figure di riferimento possano influenzare l'idea che abbiamo di noi stessi, degli altri e di come funziona il mondo, comprese le relazioni sentimentali. Ognuno di noi è portatore di una storia di vita specifica, da cui nasce una sofferenza che ha un significato comprensibile solo all'interno della propria peculiare esperienza.

È possibile uscire dalla dipendenza affettiva! Il punto di partenza è chiedere aiuto per comprendere qual è l'origine della propria sofferenza: una terapia in ottica Control Mastery Theory mira proprio a comprendere la specificità di ognuno, del problema che porta, offrendo una chiave di lettura e un percorso su misura per quella persona. Nello specifico la un percorso di Psicoterapia Breve CMT può essere utile per mettere a fuoco qual è l'origine della dipendenza affettiva, quali esperienze infantili e traumi relazionali la sostengono, quali schemi disfunzionali del passato tendiamo a replicare nel qui e ora della relazione attuale con il partner, perché prendere consapevolezza di queste dinamiche è il primo passo per poterle modificare.

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