Come Smettere di Essere il Primo Nemico di Me Stesso!
Autostima e Identità

Come Smettere di Essere il Primo Nemico di Me Stesso!

Dott.ssa Martina Calabrò
30 giugno 2024
12 min

Scopri il significato dell'autosabotaggio e come superare le credenze patogene che ti impediscono di realizzarti.

Il significato dell'Autosabotaggio

L'autosabotaggio comprende tutte quelle azioni che mettiamo in atto, generalmente in maniera inconsapevole, e che ostacolano il raggiungimento dei nostri obiettivi, impedendoci di ottenere risultati importanti nella vita, di sentirci bene ed essere soddisfatti.

Cosa comunemente può condurre ad auto-sabotarsi:

  • Timore del fallimento
  • Preoccuparsi eccessivamente e continuamente
  • Ricercare il perfezionismo
  • Giudicare e criticare continuamente noi stessi e gli altri
  • Paragonare costantemente la propria vita a quella altrui
  • Procrastinare
  • Indecisione ed evitamento
  • Cercare sollievo nell'alcol, nelle droghe, nel cibo, nella pornografia, ecc.
  • Negare i propri sentimenti
  • Avere relazioni insoddisfacenti che ci abbattono emotivamente o fisicamente e non soddisfano le nostre esigenze

Ma perché mettiamo in atto comportamenti autosabotanti?

A volte potremmo avere la sensazione che sia meglio avere a che fare con una situazione che conosciamo, anche se sgradevole, piuttosto che coinvolgerci in qualcosa di nuovo e ignoto che ci spaventa. L'autosabotaggio può essere legato alla tendenza a rimanere entro i confini rassicuranti della nostra zona di comfort: ciò ci impedisce di muoverci dal nostro punto di partenza verso le opportunità di crescita e di sviluppo che desideriamo. Altre volte, possiamo inconsciamente sentire di non meritare ciò a cui aspiriamo, di non esserne abbastanza degni, o di dover permanere in una situazione che non ci soddisfa perché dobbiamo occuparci di qualcun altro, o perché le persone che amiamo soffrirebbero per la nostra lontananza o il nostro successo.

Questi timori sono l'espressione di credenze patogene inconsce, derivate da esperienze spiacevoli della nostra infanzia e della nostra adolescenza, che ci hanno portato ad associare l'appagamento dei nostri bisogni a dei pericoli per noi stessi o per le persone a cui teniamo.

Un paio di esempi

Primo esempio: la svalutazione genitoriale

Se siamo stati costantemente svalutati dai nostri genitori, possiamo sentirci spregevoli e indegni e ritirarci in noi stessi, oppure accontentarci di un partner che non ci piace o ci maltratta, non osando nemmeno avvicinarci a chi davvero vorremmo entrasse nella nostra vita: una forma di autosabotaggio che rischia di farci soffrire a lungo.

Secondo esempio: il senso di colpa da separazione

Un giovane uomo cresciuto con una madre che, quando lui era adolescente, si angosciava ogni qual volta usciva di casa, e magari lo accusava di lasciarla sola e farla soffrire, o che, quando era bambino, pretendeva che stesse sempre vicino a lei, può sentirsi colpevole quando cerca di raggiungere la sua indipendenza: ciò lo può inconsciamente portare a:

  • Sabotarsi nello studio, nel lavoro o nelle relazioni
  • Sviluppare attacchi di panico o altri malesseri psicologici quando va a vivere da solo
  • Sposare la donna sbagliata

Il supporto psicologico

Rivolgersi a uno psicologo può essere utile per:

  • Comprendere i sensi di colpa inconsci alla base dei comportamenti autosabotativi che mettiamo in atto
  • Identificare cosa ci impedisce di raggiungere i nostri obiettivi
  • Dare un senso e un significato a quello che ci accade
  • Riavviare il motore del nostro cuore verso la strada della nostra realizzazione!

Un consulto psicologico può aiutarci a dare un senso e un significato a quello che ci accade, e a riavviare il motore del nostro cuore verso la strada della nostra realizzazione!


Dott.ssa Martina Calabrò

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